Il Qatar 2024 verrà ricordato per diverse cose. Una gara di F1 dove anche la FIA si è resa protagonista. Ha vinto Max Verstappen, e lo ha fatto con grande merito. A bordo della sua RB20 ha dominato la scena, sia in qualifica al sabato, ma soprattutto la domenica durante la corsa. Nessuno aveva il suo passo. Nemmeno Norris, che ha dato il massimo per restare in scia della vettura austriaca sino alla penalità. Un gran plauso va speso per la Red Bull, che, dopo una prima parte di weekend dove aveva capito nulla o quasi, è stata capace di ribaltare la situazione. Chapeau.
C’è poi la McLaren. La doppietta nelle Sprint Race, con Verstappen ottavo al traguardo e la Ferrari dietro, lasciava presagire un fine settimana trionfale per la storica scuderia britannica. Uno scenario dove pareva che la faccenda campionato costruttori potesse praticamente chiudersi già a Losail. E invece, ancora una volta, l’harakiri della squadra di Woking è di quelli pesanti. Ci riferiamo al grave errore commesso da Lando che, senza particolari pressioni, era secondo dietro a Max, con la rossa che era più lenta, ha “prodotto” una distrazione fatale.
La sua concentrazione è venuta meno e si è “bevuto” le bandiere gialle della direzione gara. È stato pertanto punito. Una sanzione, a nostro modo di vedere troppo forte. Resta il fatto che si deve accontentare della decima piazza. Un risultato che tiene in vita la speranza del Cavallino Rampante riguardo al mondiale costruttori. Una Ferrari che, pertanto, acciuffa un secondo posto inatteso, anche grazie alla sosta di Piastri prima della Safety Car che gli fa perdere la posizione sul monegasco. Mentre per quanto riguarda Sainz, possiamo dire che la sfortuna si è accanita sulla numero 55.
Lo spagnolo ha sofferto una foratura lenta e, dopo la sosta ai box, si è ritrovato in settima piazza, sesta dopo la sanzione comminata a Norris. La causa scatenante della slow puncture riguarda lo specchietto galeotto di Albon, che, tra le altre cose, ha decretato la stessa punizione alla Mercedes W15 di Lewis Hamilton. La direzione gara ha dovuto gestire questa situazione, ma non sembra lo abbia fatto nel modo migliore. Idem per la penalità sul britannico della McLaren. Ma almeno la FIA ha deciso di parlare e, di conseguenza, rendere note le motivazioni legate alle scelte effettuate.
F1, FIA: Wolff predica il bene della massima categoria
Partiamo da un presupposto. Il lavoro che deve svolgere l’ente regolatore della F1 è tutt’altro che semplice. Prendere delle decisioni molto importanti, specie in un momento dove il mondiale resta aperto sino al termine della stagione risulta complicato. Ciononostante non si possono giustificare determinate questioni. In molti addetti ai lavori, tra piloti e team principal, pensano che la FIA sia in grande confusione. Tanti licenziamenti improvvisi per punire chi ha sbagliato ma le cose sostanzialmente non cambiano. Anzi, pare che addirittura siano peggiorate, ultimamente.
Wolff in tal senso non le ha mandate a dire. All’austriaco non piace affatto l’atteggiamento da “padre padrone” della Federazione Internazionale. Così come la gestione delle situazioni in pista, delle penalità e del fatto che si debba accettare a prescindere le decisioni senza diritto di replica. Ci è andato giù pesante, Toto, ribadendo come su certi aspetti tutti i componenti del paddock debbano avere voce in capitolo. La FIA ha sì il diritto di amministrare la categoria, ma allo stesso tempo deve essere in grado di garantire che le sue azioni siano mirate all’interesse generale dello sport. Questo il suo pensiero.
Wolff pensa la Federazione Internazionale possa “far rotolare tutte le teste” che vuole. Su questo tema le scuderie non devono necessariamente avere potere decisionale. Tuttavia è lecito che le scuderia si facciano dei quesiti sulle mosse dell’ente regolatore, giudicando se le scelte realizzate stiano apportando cambiamenti positivi o meno. In un momento così delicato la razionalità deve essere messa al di sopra di tutto, consentendo un dialogo tra la varie parti. E a bocce ferme, il team principal della Mercedes, vede tutto tranne che la voglia di nutrire questo scenario essenziale per il futuro della categoria.
F1, la FIA si mette in piazza e spiega le decisioni prese in Qatar
La FIA ha condiviso ciò che sta alla base dei suoi ragionamenti di Losail. Si è espressa sullo specchietto di Albon e sul fatto che gli steward non abbiano utilizzato una Virtual Safety Car. Alla tornata numero 30, Bottas ha sparso per la pista i detriti del retrovisore della Williams. Utilizzare la VSC non avrebbe concesso agli steward il tempo necessario per ripulire una pista tappezzata di frammenti. Inoltre, la Federazione Internazionale ha fatto sapere che analizzerà con calma le scelte e ne discuterà con le scuderie, per valutare se in futuro si potranno adottare linee di azione differenti in contesti del genere.
La Safety Car era la scelta corretta, perché era l’unico modo per ripristinare le normali condizioni del tracciato. Il secondo punto su cui si esprime l’ente regolatore riguarda la penalità di Lando Norris. La FIA ha comminato una sanzione pesante: uno “stop and go” di dieci secondi. Le ragioni sono note, poiché in regime di doppia bandiera gialla Norris non ha alzato il piede. Una penalità conforme alle linee guida che la Federazione Internazionale ha spedito ai team il 19 febbraio 2024. Una doppia violazione delle bandiere gialle è considerata grave, in quanto compromette la sicurezza.
La terza e ultima delucidazione riguarda le luci della vettura guidata da Bern Maylander durante la sua seconda apparizione. C’è stato un mal funzionamento che poteva creare confusione. Per questo tutte quante le scuderie sono state avvisate via radio di questo problema, segnalando ai team quando la Safety Car sarebbe rientrata ai box. Ecco perché quando la SF è riapparsa per la terza volta in pista, la vettura era un’altra. Per concludere, si spera che questa “apertura comunicativa” della FIA sia un primo passo verso un rapporto differente con i team di F1. Lo sarà?
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: F1 – FIA