McLaren, Ferrari e Red Bull: le tre scuderie che nella campagna agonistica 2024 si sono giocati i titoli iridati. Al termine del Gran Premio di Abu Dhabi, Horner ha spiegato ai cronisti che il mondiale più prestigioso continua ad essere quello piloti, mentre l’iride tra i costruttori è chiaramente quello più remunerativo. Dato per assunto che la squadra di Milton Keynes non ha mai avuto problemi di natura economica, si può concludere che il quarto mondiale consecutivo conquistato da Verstappen sia più che sufficiente per considerare positiva la stagione della scuderia austriaca.
Il contributo di Sergio Perez è stato talmente impalpabile da far scivolare la scuderia blu racing al terzo posto. Premesso che un secondo pilota competitivo può conquistare punti importanti per la classifica costruttori e consentire al team di pianificare strategie di gara in cui i due piloti possano giocare di squadra, è innegabile che la stagione 2024 ha evidenziato un fattore incontrovertibile: chi aveva e ha “giocato” con una sola punta ha avuto maggiori possibilità di portare a casa il titolo piloti. Se analizziamo i risultati conseguiti dagli altri top team scopriamo un fattore.
Appare infatti evidente che la concorrenza interna si sia rivelata un autogol nell’inseguimento della lepre olandese. Sull’autolesionismo della McLaren verso Lando Norris c’è poco da dire. Altri team non avrebbero regalato la vittoria a Oscar Piastri in Ungheria e avrebbero chiarito i ruoli a tempo debito. Invece, anche a Monza, la feroce lotta alla Roggia ha fatto perdere due posizioni al pilota inglese, aiutando a vincere il ferrarista Leclerc. Per quanto riguarda gli altri due top team, bisogna onestamente riconoscere che non sono stati mai in lotta per il titolo piloti.
Tuttavia, segnali di insofferenza tra i due lati del box sono stati più che evidenti. Basti pensare all’infuocato team radio di Charles al termine del Gran Premio di Las Vegas, in cui ha praticamente accusato il suo compagno di squadra di fregarlo, maniera sistematica, per di più mancandogli di rispetto. E stiamo parlando di “uno sclero” quando la posta in palio era il gradino più basso del podio. Da questo punto di vista, in Red Bull questo tipo problema non sussisterà mai, sino a quando al volante delle monoposto austriache ci sarà quella grande talento figlio di Jos.
Nonostante la Ferrari ribadisca che Charles Leclerc resti il futuro della rossa, l’uomo su cui costruire i prossimi successi, il presidente della rossa John Elkann non ha esitato nemmeno un istante nell’ingaggiare Sir Lewis Hamilton. Insomma, non proprio l’identikit di un fedele scudiero, dall’alto di un curriculum mostruoso e di una integrità fisica e motivazionale del tutto intatta. È pertanto verosimile che, se il progetto tecnico del team di Maranello sarà all’altezza dei piloti, i due “galli nel pollaio” potrebbero reciprocamente sottrarre punti l’uno all’altro.
F1: Ferrari, McLaren e Red Bull sui rischi legati a gerarchie interne e regole di ingaggio
Lo stesso discorso è applicabile alla McLaren, e abbiamo avuto modo di assistere al potenziale trailer nel corso della stagione appena terminata. La scuderia di Woking, decidendo di non mortificare le velleità di Oscar Piastri, ha sottratto preziosi punti al team mate. Ancora peggiore è stato il messaggio percepito da Lando: la mancanza di fiducia nelle possibilità di giocarsi il titolo contro Max Verstappen. Solo quando era ormai troppo tardi, al pilota classe 1999 è stato accordato lo status di prima guida, con i relativi vantaggi in caso di necessità.
Nel 2025, tanto Norris quanto Piastri avranno maggiore esperienza, avendo dimostrato di poter vincere in modo autorevole diverse gare. La netta sensazione è che Oscar abbia staccato la spina quando gli è stato chiesto di aiutare Lando, malgrado l’australiano non avesse la realistica possibilità di lottare per il titolo mondiale. Se entrambi i piloti si esprimeranno ai massimi livelli intravisti nel campionato appena concluso, è inevitabile che la lotta interna diventi feroce. Per assurdo, il prossimo potrebbe essere un mondiale che si potrebbe vincere con poche vittorie ma con una grande costanza di rendimento.
Un po’ quello che ha fatto Verstappen dall’Inghilterra sino a Interlagos: gare in cui la RB20 era inferiore alla concorrenza, ma in cui è riuscito a conquistare la piazza d’onore a Silverstone, Zandvoort, Singapore, e a vincere in modo sublime il Gran Premio del Brasile, grazie al diluvio abbattutosi sul circuito carioca. Pertanto, una delle criticità all’interno dei team McLaren e Ferrari nel corso della prossima stagione, potrebbe appunto essere l’imposizione gerarchica e le regole d’ingaggio. Perseverare nel fornire pari opportunità ai propri piloti potrebbe rivelarsi un’amara beffa.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Ferrari – McLaren – F1Tv