La Ferrari è arrivata a giocarsi il titolo mondiale nell’ultima gara della stagione. Un qualcosa di inedito considerando l’era ibrida, e questo è già sicuramente un successo da parte della Scuderia di Maranello, che dopo la pessima gestione targata Mattia Binotto, ha iniziato in salita il nuovo corso con Frederic Vasseur proprio per colpa dell’eredità lasciata dall’ingegnere reggiano ora in forza alla Sauber/Audi.
Il passato è passato, non ci sono dubbi, ma non bisogna nemmeno dimenticare il percorso fatto per arrivare fin qui. Impossibile rimuovere il disastro della primissima parte di stagione 2023, con una vettura lenta nel con il pieno di carburante, mangia gomme e super fragile dal punto di vista dell’affidabilità, con Leclerc che ancor prima di iniziare la seconda gara, quella di Jeddah, è andato in penalità per aver cambiato ben due centraline elettroniche dopo il Bahrain.
Un’altra era, con Vasseur chiamato a una rivoluzione interna che adesso sta dando i suoi frutti: via figure indesiderate, come il capo aerodinamico Sanchez e, più recentemente, Enrico Cardile, autore del disastroso aggiornamento di Barcellona di quest’anno, l’ultimo lascito prima prima di passare in Aston Martin. Insomma, piazza pulita, nuove figure come Loic Serra e tanto lavoro ben fatto.
Ovviamente gli errori non sono mancati, perché la perfezione è ben lontana dalla Scuderia di Maranello, così come a Woking. Insomma, le due contendenti al titolo non sono esenti da cavolate varie, e per questo la lotta all’ultima gara è il giusto premio per gli appassionati della F1, anche se 21 punti potrebbero risultare particolarmente pesanti, perché una doppietta di Leclerc e Sainz non basterebbe, bisognerebbe “gufare” Norris, Piastri e la McLaren.
Ferrari ad Abu Dhabi per un’impresa inaspettata
Comunque vada, la Ferrari merita questa opportunità: per troppi anni il team di Maranello ha dovuto rimandare qualsivoglia gioia, e anche se la conquista di questo titolo risulti essere particolarmente complicata, potersela giocare fino alla fine è un bel riconoscimento per il lavoro svolto da monsieur Frederic Vasseur e da tutto il comparto tecnico, troppe volte messo alla gogna negli anni precedenti.
Al francese va dato atto di aver introdotto una cultura del lavoro differente, anche perché l’impresa era tutt’altro che semplice: nella F1 moderna, poter recuperare terreno non è cosa facile, e soprattutto ci vuole tempo. Il 2024, partito comunque molto meglio della disastrosa prima parte di 2023, ci ha detto come la Scuderia abbia accelerato i tempi, diventando protagonista prima del previsto.
“Per la prima volta da quando la F1 è entrata nella sua era ibrida siamo riusciti ad arrivare a giocarci un titolo all’ultima corsa – ha detto Vasseur -. Si tratta di un traguardo importante e questo weekend cercheremo di fare ancora di più. Certo, dobbiamo essere realistici, siamo matematicamente in corsa ma il titolo è molto difficile da raggiungere perché, anche se dovessimo chiudere primo e secondo potrebbe non bastare, visto che la McLaren vanta ben 21 punti di vantaggio e potrebbe accontentarsi di un terzo e un quinto posto”.
“Le sfide tuttavia sono nel DNA di Ferrari e dunque ci vogliamo provare. Abbiamo preparato a fondo questo appuntamento, sappiamo che la qualifica avrà un ruolo fondamentale e che la nostra macchina è più performante in gara. Charles, Carlos e tutta la squadra daranno fino all’ultima goccia di sudore per provare a portare a casa il titolo”.
D’ora in poi sarà tutto di guadagnato, ma arrivare al 2025 con un sette volte campione del mondo in sella e un titolo costruttori, sarebbe sicuramente una gran base di partenza per un futuro ancora tutto da scrivere, specialmente considerando il nuovo regolamento tecnico che entrerà in vigore tra poco più di un anno. Vasseur ci crede, ad Abu Dhabi serve l’impresa, laddove la Ferrari non ha mai vinto.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Scuderia Ferrari