Red Bull non le manda a dire in F1. Adrian Newey non c’è più e, al suo posto, come una specie di successore, ecco Pierre Waché. Il francese ha preso lo scettro del reparto tecnico dallo scorso maggio, anche se già da prima aveva molta voce in capitolo. Non stiamo facendo un confronto tra i due, non è questo lo scopo dell’introduzione. Ci riferiamo piuttosto alle sue ultime riflessioni. La prima riguarda la sfiducia che lui stesso ripone nel team dove lavora per la stagione 2025. Ne ha parlato la scorsa settimana, ma secondo noi non è altro che una pretattica.
L’ultimo Gran Premio in Qatar conferma il nostro sospetto, in quanto la scuderia di Milton Keynes è tornata a vincere, con un super Verstappen, battendo in pista gli avversari in un contesto non alterato dalle condizioni meteo particolari. Ci riferiamo ad esempio al Brasile, dove la RB20 numero 1 era arrivata davanti a tutti sì, ma approfittando del nubifragio che si era abbattuto sulla pista di Interlagos. Altra dichiarazione che fa discutere riguarda l’ala posteriore della McLaren. La Red Bull è stata parecchio decisa, qualche settimana fa, quando ha riferito alla FIA che la soluzione della MCL38 era nettamente irregolare.
Durante gli ultimi giorni, Pierre è tornato sulla questione e non ci è andato leggero. L’accusa è diretta. Prima parla delle zone grigie del regolamento, che di fatto esistono e la stessa Red Bull le utilizza per trarre vantaggi. Tuttavia, per il tecnico originario di Auchel, la scuderia di Woking ha superato ampiamente il limite con la sua versione utilizzata in varie corse tra cui Baku. Una specifica che abbassava la resistenza all’avanzamento, in quanto sui rettilinei si apriva leggermente alle alte velocità e favoriva la top speed. Se la Federazione Internazionale non se ne è accorta non significa che l’ala fosse regolare.
Rispettare il regolamento è fondamentale per garantire un corretto svolgimento della campagna agonistica. Questo è il pensiero del transalpino che, tra le altre cose, con il supporto del team, ha richiesto alla FIA una revisione del regolamento per la prossima annata. Una mossa che di fatto andrebbe a creare una situazione complicata, poiché molte scuderie dovrebbero rivedere l’aeroelasticità delle componenti. In attesa di saperne di più, è chiaro come Red Bull stia cercando di imporre un certo peso politico. E, come spesso succede in questi casi, l’obiettivo è quello di trarre vantaggio.
F1, Red Bull vuole vincere a Yas Marina ma pensa già al 2025
Accusare i team rivali di irregolarità è pur sempre una mossa mirata a guadagnare prestazione. Se la petizione viene accettata, infatti, è chiaro che, di riflesso, chi “porta a tribunale” gli altri pensa di trarne un profitto. A quanto sembra, questa sarebbe la prima mossa con cui Red Bull intende presentarsi ai nastri di partenza nel mondiale 2025. Nel frattempo c’è però ancora una stagione da portare a termine. Tramite la nostra consueta preview dedicata alla squadra austriaca, abbiamo spiegato in linea generale come il team si approccia al Gran Premio di Abu Dhabi.
Red Bull ha studiato un assetto particolare per appuntamento n° 24 della stagione, una messa a punto che possa massimizzare il rendimento. Si tratta di risolvere l’equazione “spinta verticale e grip meccanico“. All’interno di questo scenario, resta da capire la scelta della scuderia relativa all’ala posteriore. Yas Marina vede di buon occhio una configurazione da medio carico per raggiungere un corretto compromesso tra stabilità nelle curve e rapidità sulle rette. Tuttavia, sulla RB20 abbiamo visto in più occasioni un carico installato maggiore, in modo da curare al meglio le gomme e fornire solidità al rear-end.
I piloti sono pronti a dare il proprio supporto per trovare l’assetto più indicato, evitando errori tecnici come quelli commessi in Qatar. L’olandese sarà ovviamente il feedback principale da cui attingere. Perez, purtroppo, pare ormai l’ombra di sé stesso. E proprio dopo la gara, potrebbe addirittura annunciare un suo futuro lontano dalla Red Bull. Il percorso che si srotola a Yas Marina porta alla memoria ricordi strepitosi per Verstappen, scenario del suo primo titolo piloti nel mondiale 2021. Una corsa che resterà negli annali della F1 per gli ultimi due giri…
Max si approccia ad Abu Dhabi scevro da carichi aggiuntivi, con una sola voglia: continuare a vincere. Felice che il meritato riposo dopo 24 tappe sia vicino, utile per dedicare tempo alla sua famiglia, il talento di Hasselt vuole chiudere in bellezza. Tagliare il traguardo davanti a tutti resta il target primario. Diametralmente opposto lo stato d’animo del messicano. Red Bull pare proprio essere stufa di lui. Malgrado il rinnovo del contratto per altre due annate, sembra che Horner e compagni abbiano chiesto al trentaquattrenne originario di Guadalajara di lasciare il suo volante a fine stagione.
Perez promette una prestazione solida, anche considerando i miglioramenti realizzati dal team durante l’ultimo mese. Checo vuole riscattare il Qatar, dove, secondo la sua disamina, avrebbe potuto addirittura salire sul podio se le cose fossero andate in maniera differente. Poi descrive la sua stagione come molto altalenante, mentre, a nostro modo di vedere, è stata parecchio lineare ma verso il basso. Ancora due giorni e vedremo la Red Bull in pista per questo ultimo Gran Premio, dove di fatto cederà il trofeo dei costruttori a McLaren o Ferrari.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Red Bull – F1Tv