Ci sono vittorie in F1 che oltrepassano il significato sportivo. Verstappen è stato retrocesso di una piazza dopo la qualifica che gli ha sottratto la pole, per esempio, consegnandola a George Russell, protagonista del controverso episodio durante le qualifiche del sabato sera. A deludere l’olandese non è stata una delle tante decisioni discutibili della direzione gara nel weekend, quanto il comportamento del pilota Mercedes davanti agli steward. Al termine della sessione Russell sembrava aver minimizzato l’accaduto parlando con Max.
E invece, davanti ai rappresentanti della FIA, avrebbe puntato pesantemente il dito contro il campione del mondo in carica. Secondo i media britannici, già durante la driver parade, il talento di Hasselt avrebbe espresso il suo disappunto al collega inglese, dicendo: “Tu e i tuoi compagni della FIA, spero che siate contenti di quello che avete fatto”. Per Verstappen, dunque, non si trattava solo di vincere un’altra gara, ma di ristabilire l’ordine dopo un’ingiustizia, amplificata dalla complicità di un avversario. Per capirlo basta pensare alla partenza della corsa.
Guardando infatti il piazzamento di Max sulla griglia, con la sua RB20 puntata verso la W15 di Russell, era chiaro come sarebbe andata a finire in curva 1. Verstappen ha preso subito il comando, seguito da Lando Norris, con il quale ha poi ingaggiato un duello ravvicinato grazie a un ritmo insostenibile per gli altri. Al giro 30, l’olandese ha dimostrato lucidità rallentando in pieno rettilineo, rispettando la doppia bandiera gialla esposta per i detriti provocasti dallo specchietto della Williams di Albon. Al contrario, Lando ha segnato i suoi primi tre micro settori più veloci.
Lo ha fatto riducendo il distacco dalla monoposto numero 1 da 1,755 secondi a 1,081 in poche centinaia di metri. Questo fattore ha spinto Verstappen a chiedere al muretto se il pilota McLaren avesse rispettato il regime di doppia bandiera gialla, che impone un’andatura più lenta. Il dubbio di Max è stato verificato dai commissari di F1 e sanzionato con un pesantissimo stop & go di dieci secondi inflitto al pilota originario di Bristol. A quel punto si sono spalancate le porte del nono successo stagionale, perché Leclerc non aveva il passo per poterlo impensierire.
Inoltre, il monegasco era impegnato a gestire il distacco su Piastri che lo inseguiva da vicino. Una vittoria rinfrancante per il team Red Bull. Se il successo di Interlagos è stato un capolavoro del pilota, in Qatar la scuderia austriaca ha dimostrato di essere reattiva e di riuscire a raddrizzare un fine settimana iniziato in modo disastroso, peggio non poteva andare, sia nella qualifica shootout, che nella Sprint Race, dove Max ha terminato la mini corsa da 100 km addirittura alle spalle della Haas di Nico Hulkemberg. Ecco perché un grade plauso va speso alla scuderia austriaca.
Gli uomini di Milton Keynes hanno dimostrato una grande lucidità nel rivoltare come un calzino la RB20, dopo la Sprint Race, anche grazie al supporto di Sergio Perez che è stato utilizzato come una sorta di cavia, nella gara del sabato, per cercare di avere una quantità di dati sufficienti a deliberare le modifiche che, successivamente, hanno poi consentito a Verstappen di realizzare il miglior crono in qualifica ed essere finalmente in grado di lottare per la vittoria su pista asciutta. Scenario che non andava in onda dal lontano Gran Premio di F1 in Austria. Una boccata di ossigeno anche in ottica 2025.
F1,Verstappen grato per il successo di squadra. Russell annichilito in pista e fuori
Al termine della gara, Verstappen si è mostrato chiaramente raggiante. Il pilota olandese ha spiegato che, già durante le qualifiche del sabato, la monoposto offriva sensazioni migliori, mentre il primo stint in gara è stato particolarmente impegnativo, con Lando Norris sempre negli specchietti. Il classe 1997 ha sottolineato di aver apprezzato il grande grip offerto dal tracciato e dalle gomme, condizioni ideali per spingere al limite. Max ha espresso gratitudine al team, dichiarandosi fiero di come sia riuscito a ribaltare un fine settimana che pareva assai complicato.
Guardando all’ultimo atto della stagione di F1 il figlio di Jos è fiducioso. Sostiene pertanto ehe la Red Bull possa continuare dire la sua, dato che “siamo sempre stati competitivi negli ultimi anni”. Nelle dichiarazioni successive, Verstappen ha continuato a criticare la Federazione Internazionale, senza peli sulla lingua. Lo ha fatto manifestando il proprio disappunto per il comportamento degli steward che, a suo dire, non hanno preso in considerazione il suo punto di vista quando è stato convocato dopo le qualifiche: “È stato come parlare con un muro”, ha affermato.
Il successo in pista non ha alleviato il risentimento di Max Verstappen nei confronti di George Russell, verso cui ha dichiarato di aver perso rispetto, in questo caso, a causa del suo presunto atteggiamento da doppiogiochista. Un comportamento più che evidente, sia davanti alle telecamere della regia internazionale, che nelle segrete stanze della FIA al cospetto della direzione gara. Insomma, gioco, set e partita per il fuoriclasse olandese, che ha regolato i conti con il collega sia in pista che fuori. Questo per far capire, se ancora ce ne fosse il bisogno, chi è il pilota numero 1 nell’attuale F1.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Grafici Marco Iurlandino
Immagini: Red Bull – F1Tv